17.9.11

This is New York


"Okay, okay, I'll throw in another clock."
In the year 1626 a Dutchman, Peter Minuit, bought the island of Manhattan from the Indians for twenty-four dollars worth of handy housewares. It remains the biggest bargain in American history. Businessmen say that now he would have to throw in another eight billion dollars.



And no wonder.


(M. Sasek, "This is New York")

Il bello degli fisici nucleari è che ogni tanto organizzano conferenze in posti interessanti. A pensarci bene non ho mai visto H arrivare da un convegno soddisfatto in termini di scambio di conoscenze, in compenso torna sempre con belle foto e buone idee per le vacanze.
Ogni tanto capita che ci accozziamo anche noialtri tre.
L'ultima conferenza è stata in New Jersey, in un residence sull'oceano a un' ora di treno da New York. Eufemisticamente si potrebbe dire che ho appoggiato la sua partecipazione; in pratica, ci è mancato poco che l' abstract lo mandassi io ("Impact of the ocean waves on the wellbeing of the twentysix-weeks-pregnant woman").
Insomma, alla fine siamo partiti tutti, e approfittando del Labour Day e del weekend siamo stati via una settimana, quattro giorni a New York e tre a Longbranch.

I love New York. Ci sono stata la prima volta a sedici anni e sono rimasta comprensibilmente folgorata. Pero mi è successo anche quando ci sono tornata a ventinove e anche la settimana scorsa, e nel mentre un po' di mondo l'ho girato ("Ma NY è poi tanto diversa da Londra?" "Si.")
H ha delle perplessità sul traffico, sulla relativa mancanza di spazi verdi, sulla concentrazione di persone, sui ritmi accelerati della metropoli. Cose che non scalfiscono il mio entusiasmo, che i Signori Bambini, come sempre, hanno assorbito come spugne mantenendosi eccitati e iperattivi per tutto il soggiorno. Nota di colore: abbiamo dimenticato a Los Alamos alcuni items abbastanza essenziali, tra cui il passeggino - l' incubo di ogni genitore. Per fortuna Verdun è entrata in modalità Maurizio Damilano e ha camminato per Manhattan in lungo e largo, distratta della densità di gente, taxi e Starbucks. In compenso, io e H abbiamo rischiato l' amputazione degli arti superiori, sfibrati dal sostenimento prolungato del non-longilineo Pierrot. E' andata.

Nell' infinita offerta culturale locale abbiamo pescato attività che avessero un minimo di rilevanza per tutti. Mmm. Con un leggero sbilanciamento verso il settore più giovane della famiglia. Insomma, tra le ninfee di Monet al MoMa e l' orso polare al Central Park zoo, ha vinto l'orso.
Abbiamo anche preso il ferry per la Statua della Libertà ed Ellis Island, e al ritorno abbiamo fatto la doccia le fontane a zampillo di Battery Park. Siamo stati al "Museo dei dinosauri" e al planetario, e al Disney Store di Times Square che è come una show room dove piu roba tiri giù, più sono contenti e se ti vedono provare il costume di Cinderella ti portano subito scarpette e tiara, per completezza. Abbiamo zigzagato per Central Park,tra lo zoo, il lago delle barchette, la statua di Alice in Wonderland e il burattinaio che ha incantato Verdun.
Siamo stati a Bryant Park di notte, quando le uniche luci sembrano quelle riflesse dai grattacieli intorno, e i SB hano organizzato un birthday party sul prato per i loro amici immaginari.






L' ultimo giorno pioveva a dirotto, così ci siamo rifugiati nella Central Library, sezione kids, dove custodiscono tra le altre cose i pupazzi originali di Winnie-the-pooh and friends. Siamo anche riusciti a vedere il resto della library, le collezioni e le sale studio, e il bookworm che è in me avrebbe volentieri piantato radici lì.




Invece ci siamo poi spostati in New Jersey, dove il tempo è stato abbastanza inclemente, ma i SB non hanno fatto una piega: hanno giocato sulla spiaggia per ore, in kway, e invece che nell'oceano, il bagno l'hanno fatto nella spa dell'hotel.

E così è andato anche l' ultimo sprazzo di vacanza, l' ultima vacanza in quattro. A Los Alamos siamo stati accolti da un clima decisamente autunnale. Per la prima volta dopo anni, tuttavia, ho voglia di autunno, di aria fredda, di umidità, di foglie per terra, di cinnamon dolce latte bollente, di coprirmi e tenere al caldo la pancia che cresce veloce. Di vivere quest' ultimo trimestre di attesa in toni un po' più lenti , compatibilmente con i ritmi dei futuri Big Brother and Big Sister, i cui feelings per il nuovo fratellino al momento oscillano fra curiosità, eccitazione e timore da invasione barbarica. Brace yourselves, guys!

4 comments:

  1. bravissima bravissima bravissima!!! siete dei viaggiatori provetti e vedo che avete grandi soddisfazioni!! anch'io sognavo di andare a n.y. prima del 3 trimestre...ma niente da fare, sarà per la prossima...sigh!

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  2. Anch'io amo New York. Ci sono stata recentemente e spero di tornarci presto!

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  3. OT (ma proprio tanto OT): hai finito la quarta serie di TB? No, perché parliamone... :-)

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  4. @maggie: maggie, ho dimenticato a casa il passeggino! sono l' antitesi della perfetta madre viaggiatrice :(
    terrei cmq ny in mente come un posto in cui beccarsi, sooner or later...

    @lanterna: devo ancora decidere se mi è piaciuta tanto o poco. esempio: si l'interpretazione della strega di aunt petunia, credibilissima in entrambi i ruoli.no il triangolo sookie bill eric che ha un po' rotto le scatole.in nogni caso, è finita troppo in fretta. per fortuna in coda è ricominciato the good wife!

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