28.10.10

Trick or trip?

Trascorrere il weekend di Halloween in una Los Alamos decisamente over-enthusiast, cercando di entrare nello spirito della festa e dimenticare gli ultimi dieci giorni di intensivo house-hunting

oppure

affrontare la temibile trasferta in macchina all' ikea, resa particolarmente insidiosa dal fatto che il più vicino è a Phoenix, Arizona, a 700 km da qui, e i SB in genere malsopportano il viaggio in macchina fino al supermercato?

19.10.10

Pierrot vs Jet lag

Il secondo aereo sta per atterrare ad Albuquerque: i Signori Bambini sono sopravvissuti al primo volo di dieci ore, alla coda chilometrica alla dogana, alla corsa per afferrare la coincidenza. Al momento però per loro sarebbero le due di notte, mentre fuori splende il sole - il sole più forte che abbiano mai visto, tralaltro. Di conseguenza Verdun è over excited, blatera in continuazione e non sta seduta per più di due minuti. Pierrot invece ha gli occhi sbarrati e un' aria un po' stranita.
Io e H facciamo del nostro meglio per ignorare tali dimostrazioni di squilibrio quando una hostess si avvicina con il carrellino bevande. E' una hostess old school, di quelle che hanno iniziato questa carriera in un momento storico che sembra già lontanissimo in cui le hostess parevano rubate alle passerelle e le bambine anzichè diventare veline sognavano di passare la vita a offrire caffè filtrato. Un deprecabile mondo pre-equal opportunities, political correcteness e, soprattutto, pre-ryanair & co, condizione ormai inimmaginabile.
Comunque, l'hostess in questione appare un po' acida. Quando Verdun inizia a urlare saltando sul sedile che vuole un succo di frutta, la fulmina con lo sguardo. Di fronte alle mie giustificazioni sul fatto che arriviamo da Londra e siamo in viaggio da quasi un giorno intero, la vecchia arpia osserva, indicando Pierrot:

"This one looks more shell-shocked than jet-lagged."

"Oh. Well..."

"I bet he feels that way, too."

"..."

Anyway, pur con qualche immancabile intoppo, siamo giunti a destinazione: jet-lagged, shell-shocked, ma tutti interi, senza dimenticare nessuno al gate. Inoltre, da tre notti i Signori Bambini crollano esaustialle 8 e mezza; purtroppo, io e H reggiamo si e no un quarto d'ora in più. Ancora tante cose da fare e da organizzare, ma da qui sembra tutto un po' più facile.


16.10.10

Seventeen boxes

Siamo in balia di un trasloco un po' sui generis, finanziato e quindi regolato nei modi e nei tempi dal laboratorio dove lavorerà H.
Succede così che un mattino ti arriva in casa un omino rotondo che ti fa aprire tutti i cassetti e gli armadi, e a occhio stima quante scatole ci vorranno per contenere il tutto. Il giorno dopo, l' omino manda due colleghi, presumibilmente non ancora maggiorenni, che in quaranta minuti ti svuotano casa, buttando tutto quello che hai di più caro in enormi scatole di cartone con la grazia tipica dell' uomo diciassettenne. Poi partono, il camion carico di diciassette scatoloni, un lettino e un seggiolone.
Lunedì saranno imbarcati, destinazione Los Angeles. Mah. Così a primo acchito l' impressione è che puntino al lato sbagliato del continente. Passeranno da Panama, credo. O forse faranno il giro dall'altra parte, chi puo dirlo. Li rivedremo, pare, "entro le prosime sei settimane": in the meantime, non ci resta che vivere con quello che riusciremo a caricare in due valigie. "In vacanza da una vita" o "Peggio dei profughi", dipende dai punti di vista.
Just in case il livello di paranoia non fosse già quasi insostenibile, abbiamo dovuto firmare un sacco di fogli per assicurare i nostri diciassette scatoloni contro eventualità del tipo scambio, naufragio, attacco di pirati, coccodrilli...

Aaand breathe. Cerco di assumere un distacco à la Saint-Exupèry, l' essenziale non sta in quelle casse blablabla, ma ci credo solo a metà. Io non sono un accumulatrice. Al contrario, sono figlia di due accumulatori, perciò ho sviluppato la tendenza opposta: più di una volta mi sono ritrovata a mentire riguardo a roba che avevo buttato ritenendola superflua - e poi tanto superflua non era (sorry, H :) . Questo per dire che tutto quello che è stato imballato è davvero prezioso per noi quattro. C'è anche Dog nella numero cinque! Infatti anche Verdun appare un po' tesa. Fa un sacco di domande del tipo: "C'è Starbucks in america?" "C'è la library in america?" "Ci sono i soldini di cioccolata in america?"
Ci piace parlare della casa nuova - di come la vorremmo, intendo, perchè la cercheremo quando saremo sul posto. Le racconto che nella casa nuova ci sarà una camera solo per i bambini dove lei e Pierrot potranno tenere i loro giochi, i libri, i vestiti e i pupazzi, e mi sembra che l' idea le piaccia. Vorremmo anche un divano grande e comodo. Niente moquette. E una finestra da cui vedere il sole e la luna, anzichè il muro di fronte: sarebbe bello.
Il suddetto Pierrot, con tempestività tipica della sua natura di signore bambino, è convalescente dopo cinque giorni di febbre a trentanove, che il medico ha collegato alla comparsa dell' ottavo dente. Rejoice, my boy, only twelve to go!

3.10.10

Habemus visas !

Non ci voleva poi tanto: è bastato raccogliere una mezza dozzina di documenti che provassero la nostra effettiva parentela; scattare un centinaio di foto a testa ai Signori Bambini, e poi ritoccarle per ore affinchè soddisfassero i rigidi criteri consolari; presentare altre carte che giustificassero il nostro trasferimento; compilare applications che richiedevano titoli di studio e curriculum dettagliato a partire dalla licenza media; recludersi volontariamente nel consolato americano per quattro ore, per un'intervista effettiva durata circa un minuto e mezzo; lasciare in ostaggio i passaporti e sperare in bene.
Tutto alle spalle, ormai: i passaporti sono arrivati, tutti e quattro corredati di visto che ci garantisce libero soggiorno sul territorio statunitense fino all' autunno 2012! Yup! Yankee Doodle went to town a-riding on a pony...
Sulla scia dell' entusiasmo, abbiamo finalmente prenotato il volo per il 18 ottobre: Londra-Houston-Albuquerque, un interminabile viaggio della speranza.
Ho una lista infinita di cose da fare e solo più due settimane. Nei momenti di angoscia estrema mi affido a uno dei miei filosofi di riferimento, Dr Jumba Jookiba: "Restare uniti. Sperare in miracolo. Altro non c'è."

Intanto oggi, dato che da qualche parte bisognava pur cominciare, ho portato Verdun a tagliare i capelli. Lei non appariva particolarmente convinta. La pettinatrice invece, palesemente over-enthusiast, le ha fatto un sacco di complimenti per come aveva "behaved like a big girl". Mah. Non mi risulta che i clienti di Tony&Guy vengano normalmente ricattati a colpi di soldini di cioccolata e lecca lecca per tenere la testa ferma. Comunque, il risultato è positivo: ho lasciato via libera alla pettinatrice ed è venuto fuori un taglio un po' anni '60, sembra la figlia di Don Draper. Naturally trendy Verdun.