27.2.11

Epiphanies

As it turns out, epiphanies can take place in apparently inoffensive places such as a preschoolers' playgroup on a pretty dull february morning.
I lost sight of my youngest for less than one minute to start one of those uncountable unfinished conversations with another mum, and I found him back under a table, trying to munch on the leg of a chair, one of those metal, iron-like ones .
So there I am, scolding him and complaining with the other mum about kids' unfathomable attraction for the weirdest, non-edible stuff, expecting to elicit some kind of simpathy.
Instead, with a rather unexpected twist of social conventions, Other Mum emphathises with Pierrot and evokes some very buried feelings, reminding me that

"Well, if you think about it for a second, I bet YOU remember how it tastes"

Oh.

I do.

19.2.11

Born to be Abramo

Lunedi prossimo è festa nazionale: il Presidents' Day. La data, da quanto ho capito, è stata stabilita un po' a casaccio, inizialmente per ricordare i compleanni di Washington e Lincoln, poi col tempo è diventata un' occasione per celebrare tutti i presidenti degli Stati Uniti. Si fa sul serio, comunque: scuole chiuse, H a casa dal laboratorio, tante bandierine a stelle e strisce.

Nella zona bambini della biblioteca ci sono i disegni da colorare con le facce dei presidenti più famosi, e l' espositore è pieno di libri sulla storia americana e autobiografie di uomini politici.
Mi sono ritrovata stamattina a contemplare il display con mixed feelings: in parte affascinata da tanto entusiasmo per la propria storia nazionale, in parte scettica riguardo all' apparente scarso approccio critico, in parte vergognosa della mia ignoranza in materia di storia americana, lacuna da colmare al più presto. Poi ci sarebbe il confronto impossibile con il modo italiano di percepire e ricordare il proprio passato storico e politico, ma questo è il genere di domande che apre voragini di questioni.

Per fortuna arrivano i bambini "second generation" della mia amica italiana a fare un po' di chiarezza. Il piccolo, due anni, prende un librone con Washington in copertina e chiede alla mamma:
"Chi è quetto?"

"Mmm...un presidente."

Interviene il fratello grande, cinque anni, prima elementare:
"Si mamma, ma è soprattutto un eroe!"

Il piccolo, visibly impressed , dice "Oh!" e dà un bacino al disegno di Washington.
Verdun osserva registrando per bene, ancora un po' incerta su quale sia la domanda da fare.
Onde evitare ulteriori richeste di approfondimento, i bambini vengono dirottati sul parcogiochi fuori dalla biblioteca. Verdun però prima di uscire afferra un disegno di Lincoln che colorerà a casa in stile Warhol, commentando:
"Assomiglia un po' a nonno"

Happy birthday Abe!


9.2.11

Star Wars

La mia battaglia persa con le stelline barilla è iniziata con lo svezzamento (lentissimo e rimandato il più possibile) di Verdun, ed è tuttora in corso. Praticamente sono tre anni che recupero stelline trai capelli, miei e loro, appiccicate al pavimento o ai muri. Le stelline saltano fuori da body e calzini, galleggiano nell'acqua del bagnetto, o ricompaiono in via di putrefazione dagli anfratti più insidiosi del seggiolone - evento che coincide in genere con la presenza di ospiti. Hate it, hate it!

Questo è chiaramente un post automotivazionale, a promemoria del fatto che ormai anche Pierrot avrebbe superato la fase "pastina in brodo" da un pezzo, anagraficamente parlando, e solo la mia pigrizia e le mie psicosi da soffocamento (qui conosciute come chocking issues, che dà subito quel tono di serietà) continuano a farmi rimandare il passaggio a una pastasciutta decente. Passaggio a cui peraltro il pargolo sarebbe prontissimo, dato che finite le stelline si lancia come un avvoltoio sugli spaghetti del commensale più vicino. Non ce la posso fare. Lo svezzamento è un altro di quegli elementi abbastanza cruciali dei primi anni di vita dei Signori Bambini che avrei serenamente delegato a Maria Dolores, la mia nanny sudamericana immaginaria. E invece.

C'è di buono che i SB non si lamentano quasi mai, basta ci sia qualcosa nel piatto. Hanno gusti semplici, modo elegante per dire che sono due fogne. Abituati alla mia cucina, che potremmo definire very basic, ogni volta che andiamo a una festa o a fare merenda da un amichetto finisce che gli altri bambini giocano da mezz' ora mentre loro sono ancorati al tavolo, e piangono disperati se mi azzardo a portarli via prima che abbiano assaggiato tutto. Gli sguardi delle altre mamme altalenano tra l'invidioso e il preoccupato. Io vorrei attaccarmi un cartello con scritto: "Non è che a casa digiunino!". Beh, molto raramente comunque.
Il fatto è che da quando siamo qua a Los Alamos, sarà l'aria di montagna, ma la situazione è degradata e hanno sempre fame. Perciò a volte mi colgono impreparata; oggi, per dire, a merenda hanno avuto pane con sopra zucchero rubato da starbucks. Shame on me. Il mio blog di cucina dovrà attendere.

2.2.11

Groundhog Day


Bollettino meteo di oggi: massima -13, minima -23. Freschetto, insomma: sono uscita dopo cena per buttare la spazzatura e mi è rimasta la mano appiccicata alla maniglia del cassonetto - tipo nell' indimenticabile video di ultimo minuto-telesvizzera in cui Aldo rimaneva incollato con la lingua al freezer... Anyway, pare ci siano impennate climatiche all'orizzonte: l'esito del Groundhog Day lascia ben sperare! Nota bene per il lettore che fosse inspiegabilmente scampato alla massiccia programmazione sulla reti nazionali del film sul giorno della marmotta, quello con l'acchiappafantasmi e AndieMacDowell: in pratica la regola è che si aspetta che questa marmotta ultracentenaria, Punxutawney Phil, esca dal letargo, e se vede la propria ombra l'inverno sarà ancora lungo, altrimenti primavera alle porte. Ho pensato per anni che fosse una trovata simpatica degli sceneggiatori: ho scoperto invece che non solo esiste davvero, ma è una tradizione che risale al 1880, che in termini americani è quasi preistoria, e che è seguita con grande affetto. Amo questo popolo.
Comunque, pare che oggi in Pennsylvania, residenza della marmotta in questione, ci fossero cielo coperto e -35 gradi sottozero, perciò Phil non ha visto nessuna ombra e dovremmo aspettarci una primavera imminente.

Il giovane Pierrot sta patendo un po' più freddo del solito a causa della recente tosatura: aveva i capelli sempre sugli occhi, e ho pensato piuttosto che strabico, meglio un taglio approssimativo. Un' idea infelice: il risultato ricorda Ringo Starr agli esordi. Buon proposito per il nuovo anno cinese: se mi capitasse di nuovo di pensare di essere in grado di tagliare i capelli ai miei figli, ripensarci immediatamente. Buon anno del coniglio!