26.1.11

Col sapor di cioccolato rende il latte prelibato (continued)

Continuando con il giovane Pierrot: nel suo caso la crescita più evidente è quella fisica, del genere ti perdo di vista al supermercato mentre vai a cercare la marmellata con papà, e quando ti rivedo mi sorprendo a pensare: "Eri già così lungo !?!"... I boccoli biondi stanno prendendo un po' il sopravvento, dato che non ho ancora individuato un parrucchiere per bambini nei dintorni, e non ho assulutamente il coraggio di intervenire di persona: al momento il suo look ricorda un po' quello di Graydon Carter, il direttore di Vanity Fair. Begli editoriali, eh, ma taglio imperscrutabile (Graydon, Pierrot almeno può additare la madre degenere, but what's your excuse?)

Ma c'è dell'altro. Come accennato nel mezzopost precedente, Pierrot non manca mai di ricordarci della sua esistenza con una certa puntualità, tra le quattro e le quattro e cinque di notte, andrebbe ribattezzato Big Ben. Urla come un disperato, finchè non appoggia la testa sul mio cuscino: allora smette istantaneamente e lo si può notare sghignazzare dietro il ciuccio mentre fa finta di dormire. Roba che uno non riesce neanche ad arrabbiarsi: il più delle volte viene da ridere anche a me. Ora, per far svegliare tua mamma alle quattro e poi farla ridere devi essere un elemento abbastanza simpatico, e lui è, indeed.
Episodi notturni a parte, è un bambino pacifico, affettuoso, sempre allegro. Sa dire mamma, papà, hello, byebye, okkey, duck e banana; fa il verso del cane, del cavallo, della mucca e del gufo - tutta roba essenziale, insomma. Si illumina quando vede passare un fire engine, il camion dei pompieri; ma anche le camionette ups e fedex riscuotono discreto successo. Gli piacciono i libretti illustrati, soprattutto quelli con gli animali, e ha una predilizione per i disegni di Eric Carle. Recentemente ha capito qual' è il verso giusto per tenerli in mano e appare molto soddisfatto della scoperta.
Ama colorare con i pennarelli di Verdun, soprattutto i pavimenti e i muri, ma il suo gioco preferito in assoluto è staccare pezzi di battiscopa attaccato da H sul palquet ikea con lo scotch biadesivo ("tanto non si nota") e usarli come ariete contro qualunque tipo di ostacolo, vivente o no. Angelico ma non troppo.

Si adatta a qualunque regola pur di giocare con la sorella. Quando lei esagera tenta di scalparla, ma succede raramente più di tre o quattro volte al giorno. Verdun ha la meglio, ma non durerà ancora per molto. Pierrot è forte e infaticabile, e soprattutto non ha ancora afferrato bene il senso del pericolo. Si arrampica dappertutto; cerca di infilare le dita nelle orecchie ai cani; prova a fare saltelli sul posto finendo sempre per cadere all'indietro, dando delle craniate allucinanti sul pavimento, senza peraltro battere ciglio. Alla sua età Verdun camminava solo in salita perchè in discesa non riusciva a frenare bene; lui invece si butta sulle discese a braccia spalancate, immancabilmente rotola, e quando si rialza prima di tutto ti guarda per controllare che non ti sia spaventata; si batte una manina sul testone, e riparte, sempre di corsa.
Il mio omino sempreinpiedi.

24.1.11

Col sapor di cioccolato rende il latte prelibato

Prima di arrivare in America, pensavo che avrei iscritto Verdun ad una preschool, almeno per tre mattine alla settimana, più che altro per darle la possibilità di socializzare con gente della sua età. Poi però, essendo arrivati ad anno scolastico inoltrato, abbiamo trovato tutto pieno. Ci sarebbe stata la possibilità di inserirla in una lista d'attesa, ma intanto abbiamo scoperto l' esistenza di tanti playgroups e centri per famiglie che propongono attività per preschoolers - musica, danza, storie, lavoretti manuali, toddler hikes nei canyons, praticamente ogni mattina siamo impegnati di qua o di là.
Così ho deciso di rimandare l' iscrizione alla preschool all' anno prossimo: ci prendiamo questi mesi per guardarci un po' intorno tutti e tre insieme, i SB e io, per capire cosa ci piace fare, dove siamo capitati, chi ci sta intorno. E' bello fare queste scoperte insieme, ci sentiamo tutti e tre un po' più sereni e coraggiosi. E, per me, c'è il privilegio di poterli osservare da vicino con continuità, di condividerne gli stati d'animo, di registrare i loro i cambiamenti continui, le menti che si formano, le idee che crescono ad ogni nuova esperienza. Chiaramente, arrivo alla sera esausta e in disperato bisogno di mezz'ora di silenzio; ma al mattino sono sempre contenta di ricominciare una giornata dedicata a noi tre.

Forse proprio perchè li guardo tanto da vicino, mi sembra che stiano crescendo con una rapidità allarmante: ecco allora un post di aggiornamento in due tempi, per niente esaustivo, ovviamente, ma tanto per dare un idea. Cominciando dalla vecchia Verdun.
A guardare le foto dell'inverno scorso, non sembrerebbe tanto cambiata, solo un po' più alta: in effetti, usa praticamente lo stesso guardaroba, grazie anche all' antica strategia del "compriamolo per la crescita"; a dirla tutta, c'è il rischio che usi gli stessi vestiti anche l' anno prossimo. Comunque.
Quel che non si vede dalle foto è che diventa sempre di più una persona vera, una mini-me, come direbbero gli autoctoni. Di fondo, rimane la solita Verdun, acuta, sensibilissima e un po' isterica, e testarda come un mulo. Ma negli ultimi tre mesi, da quando siamo arrivati a Los Alamos, ha fatto passi da gigante: diventa ogni giorno più indipendente, più curiosa, più logorroica; del resto, lei stessa si riferisce ad avvenimenti della settimana scorsa come: "Sai, quando io ero piccola...".
Ha smesso di dormire al pomeriggio: era un momento che temevo, e invece ha alzato il morale di tutta la famiglia. Mentre Pierrot riposa, abbiamo tempo per fare cose "da bimbe grandi": leggere una storia di ballerine, fare un puzzle molto difficile, preparare un pranzo di cinque portate col play-doh, imparare a scrivere i nomi di tutti i suoi nuovi amichetti...
Si vede che apprezza questo momento di attenzione personale, e in genere è più serena per il resto del pomeriggio, anche quando Pierrot si sveglia e mi devo dedicare a lui. Gioca da sola, o cerca di coinvolgerlo nei suoi giochi, più o meno successfully. Un altro risvolto positivo è che alla sera crolla alle nove e dorme fino alle sette del mattino, incurante anche delle urla del fratello, che in genere arrivano puntuali intorno alle quattro (non è un mondo perfetto).
Diventa sempre più facile coinvolgerla in giochi nuovi, è più intraprendente. Ma quel che preferisce rimane il role-play, fare la mamma o la cuoca, soprattutto; la cucinetta ikea che le abbimo regalato a Natale ha avuto grande successo. A dirla tutta, per compensare la spesa dovrebbe giocarci fino alla pubertà, ma è tanto carina.
Colorare la annoia in fretta; disegna esclusivamente Barbapapà e ritratti di famiglia mostruosi, che però non riesco a buttare via. Sa scrivere il suo nome e qualche parola a memoria. Riconosce le lettere dell'alfabeto e per strada legge tutte le scritte tipo es-em-ai-ti-eich-es, senza avere la più pallida idea di come leggerle insieme: sembra che si stia allenanando per una gara di spelling bee.
Ha cestinato autonomamente prima il ciuccio e poi i biberon. Sono stata tentata di recuperarli in caso di reclami, ma non è stato necessario, non sono mai stati reclamati. In cambio invece si è fatta portare da Smiths a comprare una tazza con i cuoricini e la polvere magica per fare la cioccolata calda, nota al resto del mondo come Nesquik. Essendo suo unico termine di paragone la scarsissima hot chocolate di Starbucks, l' entusiasmo per il Nesquik è anche comprensibile: beata ignoranza. Prometto, Verdun, che un giorno ti accompagnero da Fiorio e mi farò perdonare.

(to be continued)

13.1.11

Hide and seek

Avevamo questa regola, a Londra, i SB ed io, che ci imponeva di abbandonare qualunque programma in caso di sole per passare la giornata all'aperto. Poi abbiamo cambiato continente senza resettare il cervello, e ci siamo ritrovati per prati praticamente tutti i giorni: qua a Los Alamos c'è sempre il sole, quello forte di montagna (2200m slm), che scalda tanto da non accorgersi delle temperature freddissime. La sensazione della luce sulla pelle dopo tanti anni grigi è inebriante.

Il risultato abbastanza prevedibile di tanto entusiasmo è stato che Pierrot la settimana scorsa si è beccato un'influenza coi fiocchi (btw, per la prima volta nella mia vita mi sono ritrovata a considerare se valesse la pena di andare a pagare il dottore per farlo visitare o adottare una cura fai da te base di farmaci da supermarket; ha vinto la seconda: è sopravvissuto).

Questo incidente di percorso ci ha fatti un po' rinsavire, così passiamo le giornate piu fredde alla biblioteca, che qui è un punto di riferimento per tutti, grandi e piccoli: enorme, fornitissima, con mezzi e spazi dedicati a tante attività diverse - una bella risorsa.
Un piano è interamente dedicato ai bambini: ci sono libri, giornali, ma anche giocattoli, puzzle, dvd, uno spazio per scorrazzare e saltare; le bibliotecarie non si arrabbiano se giochi a nascondino tra gli scaffali. Tre mattine alla settimana ci sono attività organizzate proprio per under five - musica, crafts, storytelling - e i SB appaiono piuttosto coinvolti.
E così stamattina siamo andati a ballare in biblioteca- una bella mattinata fino al momento di tornare a casa. Premessa: totalmente inattrezzati per la vita in alta quota, ci vestiamo a strati, il che richiede tempi di vestizione ridicoli, specialmente se moltiplicati per tre. Perciò, cerchiamo di ottimizzare i tempi: mentre armeggiavo sudando con la cerniera di Pierrot, ho chiesto Verdun di chiamare l' ascensore. Dopo aver rincorso, placcato, e infilato a forza magliacappottosciarpacuffiaguanti anche a lei, scopro che Pierrot si è dileguato. Verdun interpellata dice che si è nascosto, ma "non si ricorda" dove. Cerco ovunque, ma il pargoletto non salta fuori. Solo quando vede che mi sto inquietando sul serio, Verdun annuncia, eccitatissima:

"Mio brotherino is lì dentro! Ahahahhah!"

"Lì dentro DOVE?"

Lei indica l'ascensore (chiuso). Schiaccio il pulsante per chiamarlo, e lo ritrovo lì, il giovane Pierrot, tutto rannicchiato in un angolino. Mi vede e dice BUH, poi ride e si batte le manine da solo.
Verdun ci raggiunge nell' ascensore:

"Ecco mio brotherino ehehehe!"

Ha le lacrime agli occhi.

Due pazzi. Sono in ostaggio di due pazzi scatenati. Perdipiù complici (sometimes).



6.1.11

Indovinami indovino

Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?

“Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo del lunedì
avrà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno”.


("L' anno nuovo", Gianni Rodari)


L'anno nuovo inizia con una gran confusione, in testa e intorno: tante idee, troppi progetti. Pensieri futili e fondamentali si aggrovigliano: da cosa appendere ai muri della casa nuova, all'educazione dei SB, alla mia ipotesi di dottorato, e tutto quel che sta in mezzo. E in queste giornate che scorrono sempre troppo veloci non è facile ricavare tempo e energie per fermarsi a valutare cosa si possa veramente fare, cosa valga la pena di fare.
La presenza dei Signori Bambini rappresenta un fattore un po' strambo, contraddittorio: ingigantiscono il peso di qualunque decisione, perchè inevitabilmente li coinvolge, e poi la ridimensionano, per la consapevolezza che il loro bene rimane al primo posto, e che basta una loro carezza per far andare tutto bene.
E' ora di stabilire delle priorità nel mare delle possibilità evocate da Rodari, e cercare di metterle in pratica. Tempo fa mi sono appuntata queste parole- tratte dall'elogio di Fruttero a Lucentini - come promemoria e manuale di lavoro quotidiano: Costruire con la realtà e secondo i propri mezzi, senza perdersi dietro ricatti e dubbi. Con umiltà, tenacia e senso etico. Sempre avanti.