29.7.11

Kicks

Those first kicks. Despite it being the third first time in not-so-long, it still feels overwhelming. Nevermind the exaustion, the twenty-four hour sickness or the backache: it just puts this big, slightly vacant smile on your face. It's like falling in love. Actually, this is probably what falling in love is about.

25.7.11

Arrivals

Un'estate in fuga: mentre a Los Alamos bruciavano le pinete, noi eravamo in Sicilia. Due ore dopo che siamo decollati da Catania, hanno chiuso l'aereoporto per un improvviso aumento di concentrazione di ceneri vulcaniche nell'aria. Il giorno dopo che lasciamo Torino, terremoto. Le calamità naturali sembrano mancarci per un soffio.
In compenso in termini di catastrofi fai-da-te non ci facciamo mancare nulla: tornare in America una settimana dopo H per sfruttare un po' di più i biglietti strapagati, per esempio, non si è rivelata un' idea brillante.

E' noto che la ratio ideale per i viaggi è 3 adulti: 1 bambino. 1 adulto: 2 bambini è invece premessa di esurimento fisico e nervoso, per tutti e tre, specialmente se il tragitto comporta tre voli e 23 ore complessive di viaggio. Atroce.
Comunque, è andata: siamo arrivati tutti e tre interi e senza aver perso per strada niente di fondamentale. Poteva andare peggio: lo zaino con tutti i documenti, biglietti, passaporti e cash che ho dimenticato alla dogana avrebbe potuto raccoglierlo qualcun altro, anzichè il poliziotto che me lo ha restituito mezz' ora dopo con sguardo compassionevole. Verdun avrebbe potuto rovesciarmi addosso un bicchiere di vino anziche il suo apple juice, e allora sarebbe stato più difficile autoconvincersi che l' alone fosse quasi invisibile. Il signore seduto davanti avrebbe potuto girarsi e inveire contro Pierrot almeno una ventina di volte, invece di sopportare stoicamente calci sulla schiena per dodici ore - unica spiegazione plausibile è che sia stato nella mia stessa situazione qualche anno fa.

Arrivata ad Albuquerque, ho promesso a me stessa che sarebbe stato il mio ultimo viaggio da sola con due bambini, nella piena consapevolezza che si trattava dell'ultima di una lunga serie di promesse mancate. Tipo quelle fatte tra una contrazione e l' altra in attesa della comparsa di Verdun, poi smentita e ripetuta tra una contrazione e l'altra in attesa della comparsa di Pierrot. E adesso è prevista una nuova smentita per dicembre...
Perciò, pensandoci meglio, potrebbe essere la volta buona che terrò fede a una promessa fatta in condizioni disperate: si prospettano viaggi da sola con tre bambini, sperando di non dimenticarne nessuno alla dogana.

2.7.11

Fire

http://topics.nytimes.com/topics/reference/timestopics/organizations/l/los_alamos_national_laboratory/index.html


Un incendio sta devastando Los Alamos county. Non è un evento sorprendente, in New Mexico: l'estate è calda e secca, e le foreste si estendono ininterrotte per centinaia di chilometri, così si è sempre sul chi va là - non abbastanza, purtroppo. Per dire, il mese scorso ci sono stati una serie di incendi nel nord dell' Arizona, distante centinaia di chilometri, e il fumo è arrivato fin da noi: sembrava l'ora del tramonto anche a mezzogiorno.
E da qualche giorno anche le pinete delle Jemez Mountains che circondano Los Alamos bruciano: il fuoco non è ancora arrivato al centro abitato, ma per precauzione, e memori dell'incendio che nel 2000 distrusse duecento case, l'intero paese è stato evacuato - 25ooo persone. Rimane una città fantasma, fino a data da destinarsi.


Con un tempismo assolutamente inedito nella mia storia, invece che a Los Alamos al momento ci troviamo in Sicilia: per riequilibrare il karma, mi aspetto che mi cada una tegola in testa da un momento all'altro. Ci sentiamo molto fortunati, ma la preoccupazione non lascia dormire tranquilli neanche qua. Intanto, perchè tutto quello che abbiamo, meno due zaini e due valigie, è laggiù, nella casa di legno a due passi dal canyon - e io che avevo paura degli orsi!
Poi per quei luoghi che ormai sentiamo anche un po' nostri, per la "land of enchantment" tanto delicata, per le montagne che stavano tornando verdi dopo l'ultimo grande incendio.
Ma soprattutto per gli amici e per i loro bambini, per il trambusto, il disagio e la paura che stanno vivendo. Come avrebbe affronatato Verdun l'incertezza e lo scombussolamento di un'evacuazione? Certamente molto male. Come se la staranno cavando Maya, Ian, Peter e tutti gli altri?
Non resta che sperare che tutto torni presto alla normalità, anche se un po' affumicato, senza troppi danni e troppi brutti ricordi. A pensarci bene, una parte di me preferirebbe essere lì.