26.2.13

Il grande freddo

"Penguins and polar bears hibernate."
"No, they don't . They love cold."
"Yes, they do. They hibernate in summer!"
"Do they?"
"Yes, they don't like the heat."

"Can we go to the seaside?"
"We have to take a plane."
"Why?"
"Because there's no seaside in New Mexico."
"Oh.
Do our nonni live near the seaside?"
"Well, they are closer to the mountains, don't you remember? They are close to the A..."
"To the Artic?"

"Mamma, did you know that many, many years ago, like when you were little, there was GRASS at the South Pole?"

(btw, my parents live near the Alps, not the North Pole)

17.2.13

Snowshoeing

 
 




Lo sport estremo di questo inverno e' stato il trekking con le racchette da neve sulla Caldera, che e' il gigantesco vulcano spento su cui Los Alamos e', per prendere in prestito un termine da La' sui monti con Annette, abbarbicata. E' difficile rendersi conto di essere sopra un vulcano perche' e' troppo grosso, tranne quando a forza di salire verso la cima all montagna ci si ritrova davanti a una piana immensa, che e' quel che resta del vecchio cratere. Quite impressive.
D'inverno c'e' un discreto viavai di sciatori di fondo e hikers in racchette da neve, e quest anno ci siamo lanciati anche noi. Verdun ormai veloce quanto me, Pierrot un po' meno entusiasta ma bribed a dovere. P'tit Loup ha osservato la scena troneggiante sul suo zaino, sempre allegro, finche' ci siamo fermati per un picnic sulla neve e ha voluto testare a mani nude se fosse vero quel che gli raccontavamo sulla neve. Salta fuori che effettivamente e' gelida e umida - per fortuna il sole e' sempre forte, anche a febbraio.
 
Sono molto in forma, i Signori Bambini. 
Verdun sta veleggiando attraverso il suo primo anno di scuola elementare con una scioltezza imprevista. Si sveglia tutte le mattine allegra, torna a casa sorridente e con tante cose da raccontare; ha un sacco di amichette, le maestre le vogliono bene. Ha iniziato anche a frequentare un corso di danza classica, "Beginning ballet". L'insegnante tedesca e' molto delicata e imposta tutto come un gioco. Io e i fratelli assistiamo alle sue lezioni con la scusa che fa troppo freddo per giocare fuori, ma in realta' vedere questo gruppetto di cinquenni saltellare, provare le posizioni e fare gli esercizi alla sbarra e' un piccolo spettacolo. Sono tenere e esilaranti allo stesso tempo,  con le schiene ancora inarcate, il pancino in fuori e le gambette minuscole, mentre cercano di copiare l' insegnante molto goffamente ma con una concentrazione sorprendente.
Pierrot non riesce a rassegnarsi a non avere ancora cinque anni come la sorella. Vorrebbe andare a scuola con lei, imparare a leggere, correre veloce come lei, e centrare la palla quando calcia, ogni tanto. Sta imparando a riconoscere e a fare i conti con feelings negativi, rabbia e gelosia soprattutto, e non e' facile - riconosco lo stesso struggle di Verdun due anni fa. Al contrario di lei ne parla, ne parliamo molto. Vuole capire tutto quello che succede e perche', e' sempre curioso. Sta creando dei rapporti di amicizia con altri bambini, e imparando che fare compromessi non e' facile. Difficilissimo rimane sgridarlo, per colpa del sorriso sempre pronto. Tranne, ovviamente, quando si accorge di essere fotografato: tento da mesi di beccarli tutti e tre insieme con espressioni decenti ma tutte le foto sono rovinate dall'Infotografabile. Gli vogliamo bene lo stesso.
Il piccolo cresce veloce: adesso praticamente corre, e si arrampica ovunque. Conosce i suoni degli animali della fattoria , chiama ogni membro della famiglia con un verso differente e conta fino a two (ma senza dire one). Mangerebbe di tutto, ma anche solo banane. Ha una marcata dipendenza dal succo di mela e da Pooh, lo straccetto a forma di orso regalato a Verdun da bebe' ma snobbato sia da lei che da Pierrot: P'tit Loup invece l'ha adottato come copertina di Linus, gli parla e lo culla come vede fare Vedun con le sue bambole. Fa troppa tenerezza per preoccuparsene. Inizieremo a preoccuparci quando lo perdera' (just in case,  ho trovato su Internet un sito apposta che fa fast delivery di straccetti di ogni sorta per genitori in balia di crisi d'astinenza del pargolo).
Io e H cerchiamo con scarso successo di indirizzare tutta questa energia, o almeno di non soccombere. Da qualche mese ho anche ripreso a lavorare part-time, insegno italiano nel campus locale dell universita' del New Mexico. Ho un bel gruppo di studenti, ultra motivati e affascinati dalla cultura italiana come solo un americano puo' essere. Cerco di insegnargli la grammatica e smontare qualche luogo comune, ma non troppi. Tutto sommato, la loro visione dell"Italia da cartolina non e' male.