16.5.10

Effelanti

Il bello di vivere a Londra è che dopo un po' - dopo i buddisti tamburellanti in oxford street, le nonnine vestite da topshop e i serissimi manager della city che si fanno la barba in metro - alla fine, dicevo, non ti stupisci più di nulla. Però qualche domanda te la poni ancora, di tanto in tanto.

Per esempio: ai giardinetti sono comparsi da qualche giorno gli Elefanti.

Gli Elefanti non sarebbero altro che una variazione delle piu note Mucche che hanno girato per anni in tutto il mondo - noi la avevamo beccate a Chicago, mi pare- o degli orsi di Berlino. In sostanza, ingombranti modelli 3d dei suddetti animali, all' apparenza plasticosi, replicati a centinaia ma decorati in modo diverso dagli artisti coinvolti nell'iniziativa. A Londra ne hanno piazzati duecentocinquanta - due nel parchetto sotto casa, appunto.

Mah. Avendo Elle mantenuto con persevaranza la media del "cinque al sei" in educazione artistica per cinque anni di liceo, non si azzarda assolutamente a dare giudizi di merito al valore artistico di queste iniziative. In generale, si limita a sperare che non siano state investite troppe risorse dei contribuenti.

Gli Elefanti in questione però non sono semplici opere d' arte, macchè: si tratta di orfanelli in cerca di generosi donatori che li sponsorizzino, in cambio del nome sulla targetta alla base della bestia. Il ricavato di questa geniale iniziativa andrà a un' associazione che ha l'obiettivo di garantire un futuro migliore per l'elefante asiatico.

OK. Anche gli elefanti hanno bisogno di qualcuno che si occupi del loro futuro, suppongo. Mi chiedevo però, in una città dove il credit crunch, la crisi economica, ha colpito secco, specialmente il genere di persone che potevano comprarsi un modellino di cucciolo di elefante in dimensioni naturali, chi mai si sarebbe comprato il pachiderma da salotto.

Le risposte non sono tardate: quello sotto casa (Poppy, per la cronaca: se lo adotti, hai poi il diritto di battezzarlo, giustamente) se lo sono comprati quelli di Farrow&Ball, produttori di tappezzerie e colori da pareti di lusso. Stride un po' come un ossimoro, nel senso che le tappezzeria e lo chic non vanno proprio a braccetto nel mio immaginario. D' altra parte, vivendo in un appartamento arredato in puro stile svedese, non sono nella posizione di esprimere opinioni - again!

E se vendi tappezzerie di lusso, è comprensibile che la tua clientela si aspetti che adotti l'elefante, probabilmente. Altri generosi donatori che ho notato in giro: la società "Amici di Sherlock Holmes" (si sono comprati l'Elefante in baker street), e l' associazione dei sindaci di Londra, London Majors Association, o LMA - questi, con un umorismo assolutamente inaspettato dalla categoria, hanno battezzato l'elefante Ella May.

Non ne sono sicura, ma ho la sensazione che finchè ci sono Elefanti in giro, e qualcuno che ci investe sopra, la crisi non debba essere poi così nera. O forse è solo un virgulto di ottimismo dovuto al fatto che, colorati come sono in modo assurdo, rallegrano un po' queste giornate di maggio molto novembrine. Se non altro, ai SB piacciono moltissimo.





2 comments:

  1. quoto per la seconda e ultima riflessione. cosa non si fa per distrarre la gente dalla realtá!!

    qui in spagna siamo messi talmente male che non si hanno nemmeno le forze per nasconderlo...

    londra deve essere una cittá davvero...assurda!
    peró non nego che siano davvero simpatici, meglio di alcune "opere d'arte moderna" di questi ultimi tempi!!

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  2. non lo leggerai mai questo commento, troppo tardi, ma li abbiamo avuti anche noi ad Amsterdam, io mi sono fatta le stesse identiche preplessità tue, oltre al fatto che creano, loro e le mucche, immondizia irriciclabile.

    Farrow and Ball invece ci abbiamo pittato casa perché a base di calce e più o meno igroscopiche come tinte, che con questa umidità ci vuole tutto, e abbiamo giustappunto usato il Poppy rosso in un paio di posti.

    Coincidenza, ti scopro oggi e già trovo dei riferimenti sulla mappa.

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