26.3.12

O brother, where art thou?

Mi è venuta voglia di descrivere questo posto dove viviamo e dove è nato P'tit Loup.
E' passato più di un anno e mezzo dallo sbarco in America e non sono ancora riuscita a scrivere un post in merito. Intanto, amici e familiari brancolano nel buio: "Ci sono gli indiani? Fanno le corride? Ma come ha nevicato, non siete del deserto?". Tutti dubbi legittimi, peraltro: dici "Londra" e almeno un' immagine in testa stampata lì dal sussidiario della quarta elementare ce l'hanno tutti, ma "Los Alamos, New Mexico"? Probabilmente no.
Il fatto è che questi posti sono davvero difficili da descrivere a chi non è mai stato da queste parti. D'altra parte, è ancora più difficile che qualcuno passi di qua, considerati tempi e costi di un viaggio simile. Allora ci provo lo stesso con un post un po' Lonely Planet.







Siamo in New Mexico, nel Southwest degli Stati Uniti, ad est dell' Arizona e a ovest del Texas. Il New Mexico non è uno stato particolarmente ricco in termini di PIL o architettura o storia, perlomeno da un punto di vista europeo. In compenso, si caratterizza per paesaggi eccezionali e un curioso mix culturale anglo-latino-native american, che risulta in un atteggiamento generale di accoglienza e solidarietà molto forte.
La capitale di Stato, Santa Fe, è abbastanza esemplare: in mezzo al deserto ma a 2000 metri sul livello del mare, circondata dalle montagne - la coda delle Rocky Mountains. Una città di 65.000 persone che vivono soprattutto in queste casette di terra rossa, gli adobe, che raramente hanno più di due piani. Nell' architettura, nelle chiese, nei musei l' eredità messicana è forse la più marcata, ma ben amalgamata con altre culture. Santa Fe è anche il terzo mercato d'arte negli Stati Uniti, e gran parte dell'economia locale gira intorno a questo aspetto della città: c'è un numero impressionante di gallerie d'arte, ma anche gioiellerie, indiani che vendono bigiotteria di pietra turchese, sculture astratte e colore, colore ovunque.





Salendo per 25 km da Santa Fe attraverso una strada che sale dritta dritta tagliando il deserto e poi si inerpica tutta a curve per risalire la mesa, si arriva a Los Alamos. La prima volta che sono arrivata qui, il paesaggio mi ha lasciata letteralmente senza fiato: l'ampiezza dell'orizzonte, i colori delle rocce, la profondità del canyon, i ghiacciai lontani, il deserto che diventa montagna sotto i tuoi occhi. E la luce, sempre incredibilmente intensa, in qualunque stagione. Insomma, essendo cresciuta ai piedi della Val Susa avevo un idea di partenza di montagna un po' diversa.










La gente tuttavia non arriva qua per ammirare il paesaggio o per il foklore locale. Los Alamos ha una storia particolare, legata al Progetto Manhattan. La "città segreta" fu fondata per ordine del governo nel 1943, su un altopiano precedentemente quasi deserto. Il generale Groves e il fisico Oppenheimer misero insieme un esercito di scienziati e ingenieri, fornirono le risorse tecniche piu avanzate dell'epoca e gli affidarono una missione abbastanza precisa: costruire la bomba atomica prima dei Nazisti. Questi scienziati, recrutati da ogni parte degli Stati Uniti ma non solo, arrivavano in New Mexico avendo come unico recapito 109 Palace Street in Santa Fe - l'indirizzo di una panetteria. Da qui venivano fatti uscire da una porta sul retro e trasportati in gran segreto "uphill", nella piccola città che stava nascendo intorno al laboratorio piuttosto primitivo, fatta di casa semplicissime, senza strade asfaltate, circondata da filo spinato.






I bambini non usavano il loro cognome, gli scienziati non potevano parlare del proprio lavoro con le loro famiglie e tutta la corrispondenza era pesantemente censurata. Non molti tra gli stessi impiegati dal laboratorio avevano piena coscienza e comprensione di cosa stessero creando.
Il Progetto Manhattan risultò nella detonazione nel luglio 1945 della prima bomba atomica nel deserto delle White Sands, nel sud del New Mexico. Un mese dopo gli USA bombardarono Hiroshima e Nagasaki, obbligando il Giappone ad arrendersi e decretando la fine della seconda guerra mondiale.

Los Alamos rimase una città di proprietà del governo fino al 1957, quando venne aperta al pubblico. Parallelamente gli orientamenti della ricerca del laboratorio vennero estesi molto oltre l' ingegneria atomica, verso la chimica, la biotecnologielogia e l'ingenieria elettronica, sebbene la ricerca fisica mantenga un ruolo di primo piano. The lab ha conservato tuttavia uno status d'eccezione tra i centri di ricerca negli Stati Uniti e rimane in indiscutibilmente il fulcro della vita della città, dando lavoro a 9.000 persone in una comunità di 20.000 abitanti. La storia inusuale e legata alla ricerca scientifica della "città segreta" viene celebrata, ma anche messa in discussione attraverso istituzioni come il museo storico, che illustra la vita quotodiana della comunità durante la guerra, o le lezioni aperte la pubblico sulla storia del Progetto Manhattan . Si tratta di temi che non possono lasciare indifferenti, e vivere qui rende la storia degli secolo scorso particolarmente affascinante, nonostante i suoi risvolti tragici.

(to be continued)

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