2.3.11

Signor Nonno

Il bambino nella foto è mio nonno. Mio nonno oggi compie novant'anni. La mia famiglia osserva da sempre il rito di far finta di non ricordarsi dei compleanni, ma essendo lontanissima da casa posso allegramente ignorare tradizioni familiari e understatement torinese, e trafficare invece un pomeriggio intero con Verdun e Pierrot per preparare un biglietto di auguri.

Mentre traffichiamo, racconto ai Signori Bambini di quando mio nonno mi ha portata a scegliere un regalo per il mio complenno numero sette: in un negozio di giocattoli che ricordo enorme, avevo visto un coniglio bianco della trudi, ma non avevo detto niente perchè temevo che costasse troppo. "E noi non lo diciamo a mamma", aveva detto mio nonno, leggendo quel desiderio in uno sguardo. "Fin quando non ti stanchi, tu sei un bambino coi capelli bianchi", diceva una hit dello zecchino d'oro dell'epoca: mio nonno sembrava sapere bene cosa volesse dire essere piccoli. Ho gli occhi lucidi, ma sono lacrime agrodolci: c'è il ricordo ancora vivo dell'eccitazione e della gioia pura per quel regalo eccezionale, il senso profondo di gratitudine per avere avuto vicino una persona tanto sensibile, e la tristezza per non poter essere più vicina, almeno oggi, anche solo a far finta che non sia un giorno speciale.
Risuona il tasto dolente del fatto di privare i Signori Bambini di conoscere i nonni, di ricevere quell'affetto speciale, nella mia esperienza ancora più incondizionato e assoluto di quello dei genitori - anche se forse è solo una questione di percezioni: forse è solo che quando la bambina ero io, i nonni mi sembravano meno occupati a preoccuparsi e più a godere della nostra compagnia reciproca. Ci saranno altre opportunità, altre esperienze per Verdun e Pierrot, ma questo rimane l'aspetto peggiore del crescere i figli lontano dall'Italia.

Dopo aver finito il nostro bigliettino di auguri, guardiamo sul computer le foto scattate insieme al bisnonno l' ultima volta che siamo stati a Torino, e la vecchia foto in bianco e nero in cui il bisnonno aveva piu o meno l' età di Pierrot, e tendeva la manina perchè per farlo stare fermo gli avevano promesso un biscotto facendolo sventolandoglielo davanti (non erano proprio delle stelle della psicologia infantile, negli anni '20).
Tra una foto e l' altra, novant' anni di vita. Mio nonno vive nella casa in cui è nato, e di quella casa dove ho passato tante giornate ho dei ricordi molto cari. In quella casa io e mio nonno abbiamo giocato insieme all' autobus, rannicchiati sotto il tavolo del salotto. Abbiamo letto ad libitum le storie dei sette capretti e della rapa; ha inventato apposta per me e i miei fratelli le storie dei tre orsetti. Abbiamo guardato il Mago Pancione e Là sui monti con Annette. Abbiamo fatto insieme le divisioni in colonna e i cruciverba del Giornalino. E quando sono cresciuta, negli anni in cui la vita sembrava irrimediabilmente intricata, nella casa di mio nonno ho sempre trovato un'oasi di serenità.
Vorrei poter passare di lì oggi, ma non è possibile. Allora mi piace immaginare mio nonno in cucina, seduto al tavolo con la nostra ultima lettera e il disegno dei Signori Bambini: voglio pensare che gli ricorderanno che, in questi giorni in cui la lucidità sfugge e le giornate passano lente, ha intorno tante persone che gli vogliano bene, che hanno trovato in quella cucina l'appoggio e il coraggio per fare passi importanti, che gli sono profondamente grate. Spero che arrivi il nostro affetto, anche da lontano.

2 comments:

  1. Anch'io ho gli occhi lucidi, perché mi hai ricordato un nonno che non c'è più (e tte credo, oggi avrebbe 102 anni!).
    La cosa peggiore è che non ricordo la "sua" storia speciale, quella del fasulin da l'oecc. Pochi anni fa ne ho parlato con uno studioso di fiabe e lui mi ha confermato che quella storia esiste, anche a lui la raccontavano, ma nemmeno lui se la ricorda più e quindi per i suoi figli l'ha ricostruita sulla base di un'altra fiaba popolare.
    Però c'è da dire che mio figlio Ettore ha un carattere talmente simile a quello di mio nonno che a volte mi sembra che sia di nuovo tra noi.

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  2. anche per noi é difficile stare lontani dagli affetti familiari, soprattutto per arricchire la crescita di Memole. Io penso anche agli zii.
    Non so, é che quello della famiglia é un affetto molto speciale, impossibile da ricostruire da altre persone...

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