16.3.11

Sanità ullallà

Insospettabilmente, i Signori Bambini sono amanti degli estemi, à la Manolo. Solo che al free climbing preferiscono le ebbrezze della quotidianità, per esempio sperimentare sulla propria pelle il dibattito sanità pubblica vs sanità privata.

Verdun e Pierrot nascono e crescono a Londra, in balia di un sistema sanitario pubblico che a leggere i titoli del Sun sarebbe in bancarotta da vent' anni; è probabile che sia un'esagerazione, ma di sicuro il proverbiale british understatement viene applicato con una certa spietatezza, anche sui piccoli. Dal parto
("Signora, ha partorito dodici ore fa, è andato tutto bene, adesso può anche andare a casa e lasciare il letto a chi ne ha bisogno"),
al pediatra che è consoderato uno specialista e quindi irragiungibile, alle visite in ambulatorio, altamente scoraggiate dalle inflessibili centraliniste
("Se non ha la febbre più alta di trentanove da almeno quattro giorni, è inutile portarlo qui."
"Nel senso che viene il dottore a casa?"
"No, nel senso che potete comprarvi il paracetamolo da boots senza telefonare e occupare inutilmente la linea."
"Of course.")

Così. Io non sono mai stata visitata da un dottore inglese, per dire, neanche durante le gravidanze che sono del tutto affidate alle temibili midwives. Il medico della mutua ha visto i SB un paio di volte, dove "visto" va inteso non come visitato, ma nell' accezione "dato un' occhiata da sopra il computer in cui stava inserendo i dati, intimando di non ripresentarsi se non fosse successo qualcosa di palesemente grave".
Bisogna dire per completezza che una volta il medico dell' ambulatorio ha regalato a Pierrot un campioncino di soluzione salina per il naso; sfortunatamente, risultava scaduto da un anno. Oh, bel pensiero, però. Non credo neanche che l' avesse fatto apposta.

Poi ti trasferisci ad appena settemila chilometri, e sbatti il naso contro l' estremo opposto. Sbarchiamo negli States ad Ottobre e facciamo l' assicurazione medica: una mezza scommessa sulla salute
"Che copertura scegliamo, alta media o bassa?"
"Mah, siamo giovani e forti, facciamo la media, 'che a far la bassa sembra di gufarsi un po' addosso."
"Vada per la media."
Segue un periodo che verrà ricordato come "Il Miracoloso Inverno Duemilaeundici", in cui l' unico ad ammalarsi è il pater familias, e i Signori Bambini, credendolo in vacanza, vanno a saltare sul letto in cui lui agonizza. Rimpianto generale per non aver puntato sulla copertura bassa.

Poi, domenica scorsa, l' incidente: Pierrot ha qualcosa nel pollice della manina, una scheggia o un pungiglione. La togliamo e il problema sembra risolto, finchè stamattina non si sveglia con il pollice gonfissimo e giallo fosforescente. Ogni tentativo di esaminargli l' arto viene respinto con un ringhio, interpretabile come "Strega! Non azzardarti a toccarmi la manina!".
E' così che finiamo alla Children's Clinic. Quello che, in base alla mie esperienza precedente, immaginavo sarebbe stato un intervento di cinque minuti con un'infermiera che buca il blister e mette un po' di disinfettante, si è trasformato in una visita di quarantacinque minuti, in cui Pierrot è stato visitato da due pediatri, che dopo essersi consultati hanno deciso di non bucare "per non traumatizzarlo", optando invece per una pomata magica che avrebbe dovuto indurre uno sgonfiamento indolore.
Intanto però si sono accorti che Pierrot aveva il naso chiuso, perciò hanno performed un esame di orecchie, naso e bocca completo, con strumenti che i SB non avevano mai visto in vita loro. Inquietati da un apparente eccesso di muco nei bronchi, hanno controllato l' ossigenazione, che è risultata a un livello soglia. Al che hanno proposto di ricoverarlo in osservazione per un paio di giorni.
"Ma io ero venuta per una pustola!"

Rassegnati alla scarsa cooperazione materna, gli hanno prescritto un antibiotico. Si sono un po' insospettiti quando ho dichiarato di non sapere se Pierrot fosse allergico a qualcosa, perchè l' antibiotico non l' ha mai preso - neanche Verdun, a dirla tutta: abbiamo sempre aspettato che passasse, per evitare le occhiate patetiche del british practitioner.
Alla fine abbiamo pagato venti dollari e siamo tornati a casa, con l' antibiotico e la pomata magica, e la promessa di tornare tra due giorni per controllare l ossigeno.
Conclusioni? Pro e contro, di qua e di là del pond. L'ideale sarebbe la cara vecchia via di mezzo, apparentemente irrealizzabile.
La buona notizia è che la pustola gialla si è poi dissolta spontaneamente nel bagnetto (charming, I know). Sollievo generale. La pomata magica dovrà attendere la prossima scheggia.

6 comments:

  1. pierrot senza ossigeno.si stara trasformando in un puffo? Cmq i paesi sotto terra sn come la isola grigia ma devo pure pagare

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  2. Devo dire che a noi non va poi tanto male: al PS sono spesso sommersi di lavoro ma gentili coi bambini (e poi, sarò fortunata io, ma ho sempre trovato medici gnocchi!), la pediatra non visita a casa ma è disponibile in ambulatorio. Certo, non puoi scegliere la più brava pediatra del mondo o chiamarla per ogni minimo dubbio (per quello c'è il pediatra privato, se lo vuoi e te lo puoi permettere), ma sono decentemente soddisfatta.

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  3. chissà perchè mi accorgo sempre troppo tardi quando pubblichi...
    comunque, noi da subito abbiamo optato per l'assicurazione totale. l'abbiamo fatto perché F. in questi ultimi anni ha avuto parecchi problemi di salute. Memole non tanto ma mi sento piú tranquilla di andare per qualsiasi sciocchezza piuttosto che aspettare che sia in punto di morte!
    Infatti guarda un pò che ci é successo appena arrivati negli States...e meno male che avevamo quel tipo di assicurazione perché ci stanno arrivando le parcelle. cifre che non ci arriviamo lontanamente nemmeno con tutti i nostri risparmi!

    anch'io ho notato "l'eccesso" qui. Sono rimasta colpita dalla quantità di vaccinazioni. Memole quando é arrivata aveva fatto tutte le vaccinazioni e anche di piú di quelle che le toccavano. Sarebbe dovuta essere a posto fino ai tre anni. Invece le hanno fatto fare altre 4 vaccinazioni. Anche a F. ne hanno fatte fare altre 3. boh!

    è vero che la via di mezzo é la migliore, ma tra le due meglio cosí!

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  4. Ti dico in Austria: la nostra pediatra e' brava e piena di pazienti, danno antibiotici se c'e' bisogno (ai miei sono toccati per otiti, tonsilliti, scarlattina) e non come se piovesse. Non vengono MAI a casa, tranne un unoco pediatra che viene solo durante il WE e lo paghi 60/70 euro a visita.
    Alle visite ti visitano sempre: qualunque cosa tu abbia, guardano sempre orecchi naso e gola, e se c'e' tosse anche polmoni e addome.
    Non ti scoraggiano mai ad andare dal pediatra, e' coperto dalla copertura sanitaria standard. Devo dire funziona molto bene.

    In Ungheria, dove siamo spesso per le vacanze: alcuni pediatri molto bravi, altri sul tipo che "io sono il dottore, taci ed esegui, non ti spiego nulla perche' tanto ho ragione io e poi tu non capiresti". Pero' ti visitano sempre, uguale all'Austria: naso orecchie e gola in ogni caso, eventualmente altro. Come per la mia esperienza italiana, in Ungheria antibiotici come se piovesse.
    Pero', c'e' da dire, i pediatri con cui ho interagito e che considero validi sono piu' umani e amichevoli degli austriaci, ma questo credo dipenda dall'indole media dei due popoli.

    In ogni caso, i medici austriaci prendono molto seriamente la loro missione di medico, magari appaiono freddi ma, riguardo alla pediatra dei miei figli, non ha mai sbagliato, e' molto esperta, e quando non e' oberata di lavoro e' anche lei molto amichevole verso i bambini (direi quasi materna). Quando ha dieci pazienti in attesa allora si assicura di averti dato tutte le informazioni necessarie e poi non sta a far discorsi o moine, corre dal paziente successivo per minimizzare l'attesa di chi aspetta.

    In Ungheria invece c'e' da dire che hanno molti meno soldi, le strutture sono piu' cadenti, ma i medici come preparazione sono piuttosto seri. La sanita' e' piu' o meno come in italia, pubblica per tutti.

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  5. @stefi: come si diceva su skype, a 'sto prezzo vieni a vivere qua; lo scorso weekend ho conosciuto una biotecnologa, è chiaramente un segno!

    @lanterna: il medico gnocco salva il sistema!
    purtroppo nella mia storia con la sanità inglese anche questo aspetto era carente: il nostro medico si chimava jafar takar, e aveva evidenti tratti in comune con l'omonimo personaggio di alladin :(

    @maggie: anche a noi mancano un sacco di vaccini, sto cercando di capire se siano obbligatori o meno...

    @makdaralo: allora tutti quegli stereotipi sull' ultraefficenza austrica sono fondati...good for you! :)

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  6. Pensa che a sentire gli austriaci sono insoddisfatti del loro sistema!
    Dell'ospedale dove avevo partorito tutti mi avevano parlato MALISSIMO, ma quando ci sono andata mi pareva una clinica di lusso!
    [Non oso pensare cosa pensano loro degli ospedali medi italiani, anzi, a dire il vero lo so cosa pensano, e non riferisco che e' meglio.]

    Il brutto della faccenda e' che... tra sei mesi ci trasferiremo altrove. Insomma, non e' ancora fissato, ma dove andremo so gia' che per la questione sanitaria rimpiangero' amaramente non solo l'Austria, ma pure l'Italia e l'Ungheria.
    Adesso devo pensare bene a cosa fare qui, per vari motivi di allergie alcuni vaccini non sono consigliati (storia lunga) ma forse e' meglio farli qui piuttosto che rischiare altrove (devo sentire i medici).
    Io spero solo che il prossimo inverno si ripeta il periodo meraviglioso di quest'anno, dove nessuno si e' ammalato mai... ah, che sogno sarebbe!

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