6.11.10

Spietata spontaneità

Prima di andare a vivere con H, condividevo un appartamento a Torino con altre quattro persone. Ho, degli anni passati in quella casa, molti ricordi belli, legati all' intimità speciale che si era creata con le mie coinquiline e ad alcuni momenti che mi hanno fatta ridere fino alle lacrime (mi fanno ancora ridere, in realtà, in genere quando sono sovrappensiero in situazioni totalmente inopportune...).
Unico aspetto negativo della casa di Torino era la metratura: era un appartamento grande grande grande. Il che tornava comodo quando c'era da far festa, e un po' meno quando c'erano da fare le pulizie. Non è che pulissimo granchè, ma il turno mensile appariva all'epoca estremamente gravoso. Quando toccava a me, puntualmente blateravo di quando sarei diventata una casalinga di lusso con tre cameriere sudamericane ad occuparsi della mia magione. Le mie colf immaginarie avevano anche dei nomi: si chiamavano Maria Carmela, Maria Dolores e Maria Maria.
Ora, è ormai chiaro che lo status quo di casalinga di lusso non è raggiungibile per questa vita. Tuttavia, in questa breve parentesi nel bed&breakfast newmexicano, in attesa di trasferirci nella casa nuova, si è materializzata Maria Dolores: è stato come incontrare il topino dei denti.

Maria Dolores è un signora messicana, sulla cinquantina, con lo sguardo dolce e un sorriso sempre pronto per i Signori Bambini, anche quando entrano con le scarpe piene di terra sui pavimenti su cui lei ha appena passato l'aspirapolvere. Tutte le mattine viene a pulire le nostre stanze e a rifare i letti - non il genere "tiro su il sacco del piumino-ho rifatto il letto", proprio un letto come si deve, con lenzuola, risvolto, doppi cuscini e tutto.Fino ad oggi le nostre conversazioni si erano limitate a ola-ola e sorrisi amichevoli. Stamattina però le avrei voluto chiedere di tornare un po' più tardi, perchè ieri sera i SB sono stati in piedi fino a ore improponibili per aspettare il papà che tornava dall' Arizona con un camion carico di mobili.

E' così che ho scoperto che Maria Dolores non parla una parola di inglese. Zero assoluto. Non solo, era divertitissima dal fatto che io non parlassi spagnolo.

"No habla espagnol?"

"Nope."

"Nada?"

"Nada de nada."

"Hahahahahahaha!"

Hey. La proverbiale spontaneità messicana può anche ferire.

Ho finito per comunicare in italiano aggiungendo s a casaccio - "dos el ramasos", anyone? Mi sono fatta capire, insomma, ma non è stato un momento brillante. Uno pensa, parlo inglese, è un passepartout universale: è tempo di ripensarci. Seconda good resolution per la vita a Los Alamos: imparare lo spagnolo.

4 comments:

  1. ma davvero non valeva la classica s al finale? dovrei ripensare ai miei primi mesi in spagna allora...
    stefania

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  2. se non altro, la tattica deve aver fatto colpo sul prosciutto iberico :) ... saluti al sano edu!

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  3. si si....li ho colpito a suon di buffetta invece di bufanda, ma no es mi culpa (il ma super italiano), una mia amiga, la he vista....ne ho una lista infinita..... immagino non verrai giu in italia a natale o si????
    stefania

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  4. a meno che la ryan non si butti sugli intercontinentali, a natale rimarremo qui...ammetto un po' di tristenjii

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