1.11.10

In my cauldron

In my cauldron I do mix
a recipe for Halloween tricks
Hocus pocus, pumpkin stick
web of spider and apple pip,
breath of dragon, bark of dog,
meow of cat and honk of hog!





Alla fine ha vinto l'opzione A, e siamo rimasti a Los Alamos nel weekend. Non solo, ma ci siamo lasciati coinvolgere nei festeggiamenti, lasciando da parte per due giorni i pensieri riguardo alla casa nuova.
E' stata una scelta abbastanza simbolica, questa di festeggiare Halloween alla grande, come gli americani: simbolica di voglia di cambiare, di confrontarsi, di capire la realtà in cui ci ritroviamo. Non è una cosa scontata, quando si vive all' estero: se guardo indietro agli anni passati al Londra, mi rendo conto che nonostante tante soddisfazioni e traguardi importanti, ho sempre vissuto in Inghilterra da ospite osservatrice, quasi come se la vita laggiù fosse una parentesi tra un viaggio in Italia e l' altro. Ho cambiato pochissimo delle mie abituadini, dei miei riti. La mia casa, per come era sistemata e per quel che c' era dentro, avrebbe potuto benissimo essere a Torino, se non per i libri in inglese e qualche pacco di biscotti di tesco. Non ho fatto nessuno sforzo oltre allo stretto indispensabile per capire e adottare aspetti della cultura inglese, in parte per diffidenza, in parte per mancanza di energia, in parte per pigrizia. Negli anni passati a Londra ho lavorato molto su obiettivi personali e sul costruire le basi della nostra famiglia, mia e di H, ma questo mi ha lascito poco spazio per interagire con il resto del mondo.
E' tempo di cambiare orizzonti: una delle mie good resolutions per la nostra vita negli states, mia e della mia famiglia, è di aprirci alla cultura locale, di interrogare e capire tradizioni e abitudini diverse dalle nostre; tutto ciò mantenendo coscienza del valore delle nostre radici, dll' esperienza e degli incontri che ci hanno portato fin qui. Cercare di integrarsi senza disintegrarsi, insomma.
Questo è, in un certo senso, più facile e ovvio in quando sui emigra in un paese come gli Stati Uniti, nati come un calderone in cui si sono mischiate, con momenti più o meno facili, tradizioni e culture molto diverse; piu facile, ritengo, che in un paese europeo, dove le tradizione locali sembrano esere piu forti, e l'atteggiamento dei locals più diffidente.

Abbiamo cominciato con Halloween, che qui è la festa dei bambini per eccezione. E così, proprio io che provengo da una classica famiglia di educazione subalpina in cui il carnevale veniva tradizionalmente sdegnato o boicottato, mi sono ritrovata a scegliere con Verdun il vestitino e il cappello da strega, le calze lunghe nere, a disegnarle le lentiggini. Una mamma conosciuta in biblioteca mi ha prestato un vestito da gatto nero per Pierrot, perfetto nel ruolo di gobbolino il gatto della strega.



Siamo andati a vedere la parata in main street, la festa alla scuola elementare, e il pumpkin glow, la mostra notturna delle zucche intagliate e illuminate (no, non abbiamo comprato la zucca e il kit del perfetto intagliatore: lo riservo per l' anno prossimo, quando verdun potrà cimentarsi).
Domenica siamo stati a una piccola festa con altre famiglie con bambini dell'età dei nostri, e appena è venuto buio li abbiamo accompagnati a riempire i secchielli di treats per le strade del quartiere: Pierrot è rimasto in braccio a me, con gli occhi sbarrati per l' oscurità e per l' eccitazione palpabile intorno a lui. Verdun invece ha corso e saltellato come una vera strghetta, dando la mano a un pirata conosciuto un'ora prima come se fosse il miglior amico di sempre. A ogni porta aperta enunciava spavalda "Trick or treat?", e credo che non abbia smesso di ridere per un 'ora o più. Una serata speciale per lei, e anche per noi, di riflesso.



Insomma, abbiamo fatto un piccolo passo avanti, siamo usciti dalla nostra bolla e ci siamo diveriti molto. Verdun è entrata un po' troppo nella parte e adesso gira per casa imponendo le mani e dicendo:

Abraa Cadabraaa! Puff! Sono sparita!...
Hey, mamma, sono sparita?

Del resto, essendo arrivata qui in pieno delirio pre-Halloween, probabilmete pensa che in America la gente abbia zucche in giardino tutto l' anno e ogni tanto esca vestita da mummia o frankestein; ho deciso di lasciarglielo credere ancora per un po'.


4 comments:

  1. a quanto pare il tuo obiettivo d'integrazione é iniziato alla grande!!
    capisco cosa intendi quando parli di integrazione.io, per fortuna, ho potuto vivere due annetti in spagna da "fidanzata single" prima di sposarci. questo ci ha permesso vivere ognuno nella propria casa e formare i propri giri oltre che quelli comuni.
    Però è anche vero che la città dove viviamo é un pò di passaggio. la gente rimane dai 2 ai 4 anni. non sai quante persone abbiamo dovuto salutare. proprio ieri una cara amica.
    allora a volte ti chiedi se il vivere "da ospiti" implicandoti solo fino ad un certo punto in fondo non sia altro che un voler salvaguardarti e non deludere certe aspettative.
    certo, poi non so se il gioco valga la candela.
    io credo che il tentativo d'integrazione valga la pena ma che si debba essere pronti ad accertarne i rischi e le delusioni.
    vi auguro di avere alte aspettative e che siano tutte realizzate. non ho dubbi che ci riuscirete!!

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  2. maggie, è proprio come dici tu: a Londra sembrava tutto così frenetico e short-term che ho finito per trincerarmi in una sorta di distacco emotivo preventivo...
    non si è rivelata una strategia brillante, purtroppo. ma ho intenzione di tentare nuove strade per il prossimo piano quinquennale ;)

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  3. Che bello, sono contenta ed emozionata per voi! Io ho cambiato completamente idea su Halloween dall'anno scorso, quando siamo andati a passarlo a Triora, il paese delle streghe: vedere i bambini così eccitati in mezzo alle maschere spaventose mi ha fatto pensare che chissenefrega se non fa parte della nostra tradizione. Bisogna prendere il meglio dagli altri, no?

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  4. che bello pietro gattino
    stefania

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