2.6.11

The burrow

Il cuore della nostra casa non è la cucina, un po' perchè i confini tra la cucina e il salone sono abbastanza difficili da delineare, e comunque non è che ci sia mai tempo per cucinare niente che richieda più di un quarto d'ora. No, il cuore del 4307 è la camera dei Signori Bambini: la più calda, la più luminosa, la più trafficata.
Sarà un po' eccessivo un post celebrativo sulla cameretta dei bambini? Forse solo chi ha dormito per più di un anno in quattro nella stessa stanza potrà empatizzare. Io, ogni volta che sulla scia dell'esasperazione declamo: "Andate a giocare in camera vostra!", ho ancora un fremito di entusiasmo.
"Camera vostra" vuol dire non svegliarsi con brutti pensieri a causa dell' infimo pezzo di lego che ti aspettava ai piedi del letto; vuol dire poter uscire di casa ignorando il casino perchè basta chiudere una porta; e, soprattutto, poter dormire diciamo non notti intere ma una discreta porzione senza il caratteristico sottofondo del brontolio dei criceti raffreddati.
Eccola qua, la tana, 10% ispirazione e 90% contributo dei sapienti architetti svedesi. Ci sono un po' di cose che piacciono ai SB, altre che piacciono a me, sistemate secondo quelle quattro cose che ho imparato avendo a che fare con creature al di sotto del metro e venti.

Pierrot dorme nel lettino che abbiamo portato da Londra. Non abbiamo portato altri mobili, ma il lettino ha trovato il suo spazio sulla nave della speranza. Ci ha dormito Verdun sin dal giorno zero, fino a quando è stata scalzata dal fratello: non sono riuscita ad abbandonarlo oltreoceano. I lettini sono uno di fronte all altro e per un certo periodo il genitore di turno doveva sedersi in mezzo e tenere la manina a entrambi i pargoli finchè non si fossero addormentati, modello crocefisso. Alla vigilia dei quattro anni, Verdun ha deciso che può fare a meno della manina, bontà sua.

Il dovere arredare una camera per un maschio e una femmina mi ha impedito nel cadere nella trappola rosa/blu, propendendo invece per un' accozzaglia di colori. Il fatto che Verdun sia la maggiore le garantisce cmq una role-play area abbastanza ad hoc, con massiccia presenza di forni, pentolame, bambole e passeggino, non proprio calibrata dalle quattro macchinine di Pierrot. Ma credo sia solo questione di tempo.

Il tavolino dell' Ikea è ormai scribacchiato oltre ogni possibilità di recupero; cerco di convincermi di avere due Pollock in erba, ma temo piuttosto siano segnali precoci di vandalismo. Se non altro, è amatissimo, anche comprensibilmente essendo l' unico mobile della casa a loro misura. Di grande appeal, appena l' occhio del genitore è distratto, l'autoscontro con le seggioline. A conferma della teoria che i bambini non imparano niente dai propri errori se commessi più di mezz' ora prima, i lividi da autoscontro sono uncountable.

Di fronte al tavolo c' è uno scaffale preso da Target, il fratello povero dell' Ikea: nella cameretta funziona bene perchè è tutto alla loro portata e i giochi possono essere riposti totalmente a caso mantenedo comunque un'apparenza decorosa.
Accanto allo scaffale, il reading corner: i libri, in italiano, inglese più qualche extra, sono sistemati in tre ceste, senza un ordine preciso. Cerchiamo di tenere fuori in una pila quelli presi in prestito alla library, per tentare di ricordarci di restituirli, eventualmente. La scelta delle ceste piuttosto che di una libreria è sempre basata su un criterio di accessibilità: i SB possono trovare facilmente i libri che cercano, li hanno sempre tutti sotto gli occhi, e sono più facili da rimettere a posto (sull'ultimo punto c'è ancora abbastanza lavoro da fare, in effetti).



Sui muri, dove il contratto d' affitto prevede di bucherellare il meno possibile: l' Abc di Alison Jay; i poster di Babar comprati quando i SB erano solo un' idea; il calendario di Dora su cui tracciamo i numeri e registriamo il bollettino meteo, attività inspiegabilmente di grande successo. Sulle finestre, qualche lavoretto fatto nei workshop più riusciti.

L' armadio è a muro e scorrevole, il che ci ha risparmiato un po' di soldi e craniate contro le ante. La moquette blu per terra continua a piacermi poco, e forse un giorno o l' altro copriremo anche quella con vero finto palquet. La cosa buona è che posso risparmiare ai SB alcuni dei mantra più fastidiosi della mia infanzia : "Gioca sul tappeto che prendi freddo" e "Dove sono finite le tue ciabatte?".

La tana dei Signori Bambini così come appare nelle foto è ovviamente una conquista delle primissime ore del mattino e della notte: nel resto della giornata tendiamo a scavare sentieri in mezzo a giocattoli e libretti, tutti rigorosamente per terra. Del resto, come Verdun ha imparato da Charlie and Lola, "It's not messy: it's just spread out!"
Greetings from the burrow !

2 comments:

  1. Complimenti per la cameretta. Spero che anch'io un giorno possa arrivare a dire alle mie figlie "andate in camera vostra", visto che al momento, nel nostro microappartamento di 55 mq, "a room of one's own" non è contemplata..

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  2. Laura, hai tutta la mia solidarietà!
    A Londra vivevamo in 37 mq ... d'altra parte, per gli standard locali, si trattava di un "ampio bilocale open-space": questione di punti di vista!

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