19.2.11

Born to be Abramo

Lunedi prossimo è festa nazionale: il Presidents' Day. La data, da quanto ho capito, è stata stabilita un po' a casaccio, inizialmente per ricordare i compleanni di Washington e Lincoln, poi col tempo è diventata un' occasione per celebrare tutti i presidenti degli Stati Uniti. Si fa sul serio, comunque: scuole chiuse, H a casa dal laboratorio, tante bandierine a stelle e strisce.

Nella zona bambini della biblioteca ci sono i disegni da colorare con le facce dei presidenti più famosi, e l' espositore è pieno di libri sulla storia americana e autobiografie di uomini politici.
Mi sono ritrovata stamattina a contemplare il display con mixed feelings: in parte affascinata da tanto entusiasmo per la propria storia nazionale, in parte scettica riguardo all' apparente scarso approccio critico, in parte vergognosa della mia ignoranza in materia di storia americana, lacuna da colmare al più presto. Poi ci sarebbe il confronto impossibile con il modo italiano di percepire e ricordare il proprio passato storico e politico, ma questo è il genere di domande che apre voragini di questioni.

Per fortuna arrivano i bambini "second generation" della mia amica italiana a fare un po' di chiarezza. Il piccolo, due anni, prende un librone con Washington in copertina e chiede alla mamma:
"Chi è quetto?"

"Mmm...un presidente."

Interviene il fratello grande, cinque anni, prima elementare:
"Si mamma, ma è soprattutto un eroe!"

Il piccolo, visibly impressed , dice "Oh!" e dà un bacino al disegno di Washington.
Verdun osserva registrando per bene, ancora un po' incerta su quale sia la domanda da fare.
Onde evitare ulteriori richeste di approfondimento, i bambini vengono dirottati sul parcogiochi fuori dalla biblioteca. Verdun però prima di uscire afferra un disegno di Lincoln che colorerà a casa in stile Warhol, commentando:
"Assomiglia un po' a nonno"

Happy birthday Abe!


9 comments:

  1. ...noi invece ci vergogniamo della nostra storia...eppure, come ha detto anche benigni, abbiamo un passato storico del quale ci possiamo vantare!!
    e...il tavolo di verdun, indovina??? (o è della biblioteca??)

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  2. è proprio quello della sua cameretta...risulta familiare?

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  3. Adesso capisco meglio un passaggio di Hellboy in cui spiegano che Abe Sapien ha preso il nome da Abramo Lincoln perché è stato scoperto il giorno del compleanno di Lincoln.
    A me, ignoranterrima, pareva un po' forzato (chi è che da noi si ricorda il compleanno di Einaudi? O di Pertini?), invece ora sono stata illuminata!

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  4. Mio marito (credo) ne avrebbe da dire a riguardo.
    Questa e' una delle cose dell'America che non ha mai digerito.
    Non voglio mettere in bocca ad altri parole mie, ma credo che lui direbbe che e' il fatto che gli americani, sotto sotto, sentono la "giovinezza" della loro nazione (se confrontata con le nazioni europee) e un po' avvertono un inconscio senso di inferiorita' (o per lo meno di soggezione) verso l'Europa, cosi' in occasione delle feste nazionali dimostrano grande entusiasmo, partecipazione e "serieta'".
    Ma, appunto, non voglio dare giudizi, io in America non ci ho mai vissuto (se non per una settimana!) e forse sono troppo influenzata dai racconti (frequentemente molto critici, per non dire amari) di mio marito...
    I miei suoceri, per contro, dicono sempre che il loro figlio e' troppo pessimista e vede sempre piu' nero di quello che e' (e a volte hanno anche ragione!).

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  5. @lanterna: confermo che non è affatto una forzatura!
    @makdaralo: secondo me l'opinione di tuo marito sulla relativa "giovinezza" degli usa è giusta, però io ci vedo anche dei risvolti positivi. questa, che si prende tanto sul serio, che festeggia ricorrenze che a un europeo parrebbero trascurabili, è a tutti gli effetti una nazione molto giovane, un adolescente rispetto agli stati europei. come ogni adolescente, ogni tanto fa cadere le braccia, a volte suscita tenreza, a volte invidia per la entusiamo e la passione innata..pro and cons, come sempre! ciao

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  6. beh diciamo che alla fine questa giovinezza degli USA e' un po' una cosa che ci vogliamo autoconvincere. Certo l'Europa ha una storia di millenni , ma le nazioni europee cosi come sono, sono piutttosto giovani.Gli states si sono resi indipendenti ben prima dell Unita'd'Italia (1861), 1776 per loro.la francia...boh ad andare tanto indietro...forse 1848, anche se dopo cé stato ancora un impero per un periodo.per la germania (fonte wikipedia) siamo al 1949.Per la spagna siamo al 1469, ma io vorrei ricordare che cé stata una dittatura fino al 1975.Olanda (i miei cari orange...) sono riconosciuti internazionalmente come nazione nel 1840, prima erano dominati da francesi e spangoli, cosi come il belgio. Inghilterra...sempre fonte wikipedia 1801.

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  7. @monte: tutto vero, però per dire quando in italia era all'opera leonardo da vinci qua scorrazzavano i bisonti...ok, anche questo è un po' un clichè, enel bene o nel male i coloni del mayflower si portavano dietro un bel bagaglio culturale
    resta il fatto che, per dire, qui a los alamos l'edificio più vecchio della città risale al 1930. o che a san francisco una casa del secolo scorso sia considerata patrimonio storico, prova di un'invidiabile longevità della città. i canoni sono diversi. la sensazione di relativa giovinezza è reale, soprattutto agli occhi di un europeo...ne riparliamo post-berkeley (lì sembra che la vita sulla terra sia iniziata intorno al 1968 ;)

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  8. e aggiungerei che a Berkeley la vita si e' anche fermata al 1968!!

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  9. è proprio così! lunga vita al batik!

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