7.7.10

Piccoli genitori crescono


C'è stata una seconda ricorrenza da festeggiare, sottintesa al terzo compleanno di Verdun: i nostri primi tre anni da genitori, miei e di H. Non ci sono stati brindisi e pacche sulle spalle, ma le nostre teste erano sintonizzate su un mix di sensazioni piuttosto disparate: incredulità per la rapidità con cui questi tre anni sono trascorsi; sospiro di sollievo al traguardo finale dei terrible twos; parziale amnesia riguardo alla nostra vita pre-Verdun (qui si potrebbe intravedere un meccanismo di autodifesa dai risvolti freudiani, ma sorvoliamo); curiosità di scoprire quale sarà il prossimo passo. Perchè anche se ogni giorno degli ultimi tre anni è stato speciale, è innegabile che più Verdun diventa una personcina a modo, più sviluppa un suo proprio carattere, e un suo modo di comunicare, fatto di parole, ma anche gesti, sguardi, e immancabili tantrums, più il gioco si fa interessante, e coinvolgente.

Cresciamo insieme: nonostante tutti i manuali di parenting sfogliati, e i consigli in merito, offerti un po' da chiunque, dalle nonne al postino, tutto quello che sappiamo sull'essere genitori l' abbiamo imparato da Verdun e Pierrot.

I Signori Bambini ci hanno insegnato innanzitutto quanto sia importante sapersi mettere nei loro panni. Ci hanno spiegato come essere bambini significhi essere in tutto più deboli e privi di energie rispetto a quello che li circonda; quanto possa essere difficile e tortuoso doversi abituare e trovare un senso a un mondo di cui spesso non capiscono i meccanismi, ultrapotenti per le loro forze. Come stranieri trapiantati in un mondo completamente diverso, che devono imparare a conoscere e dominare con mezzi propri.
Verdun e Pierrot ci ricordano costantemente come i bambini vivano d'affetto. Per loro, la ricerca dell' amore predomina su quella del piacere, è il primo bisogno di cui cercano soddisfazione. Se si sentono circondati d' affetto, diretto verso di loro, ma anche tra di noi genitori, allora il mondo è bello, altrimenti è brutto. Per loro, e' l unica dimensione che conta.
Allora cerchiamo di farli sentire sempre amati, di condividere le loro preoccupazioni e le loro gioie, di guardare il mondo attraverso i loro occhi, e di guardare a noi stessi attraverso di loro.

Perchè i SB non cercano solo qualcuno che li capisca, ovviamente: ci chiedono di essere capaci allo stesso tempo di offrire spiegazioni e direzioni, di educarli, in altre parole.
Ci interroghiamo su cosa significhi educare i propri figli. Siamo bombardati da messaggi in proposito, da scuole di pensiero su atteggiamenti da mantenere, sui no che aiutano a crescere, sui giocattoli che aiutano a parlare, sul corso di teatro che li renderà più confidenti. Non c'è libreria o biblioteca che non abbia un cospicuo numero di scaffali dedicato a manuali sul tema.
Eppure, a guardare bene, pare che il tutto essenzialmente si possa ridurre a due cose; le scrivo qui, come un promemoria. La prima, fare tutto il possibile per dare ai piccoli i mezzi con cui evolvere, ciò che serve per crescere - esperienza e affetto, soprattutto. La seconda, dare di sè stessi un modello affettivo che possa non essere copiato, ma servire come punto di riferimento.
Credo sia importante che Verdun e Pierrot abbiano a disposizione materiali ed esperienze con cui scoprire e costruire sè stessi, la loro forza e i loro limiti. E che, indipendentemente dalle nostre convinzioni, noi possiamo rappresentare per loro un modello di cui possano imparare e accettare le parti piu importanti: la coerenza, l'onestà, la capacità di amare.

Si tratta insomma di un' impresa di proporzioni ciclopiche. Da cui l' incertezza, la confusione, la paura di sbagliare (e il relativo fiorente settore editoriale).
Eppure, è impossibile tirarsi indietro, e nemmeno desiderabile. In effetti, se con la tua piccola, costante presenza di Signore Bambino porti tanta bellezza ed entusiasmo nel mondo dei tuoi genitori, è il minimo che tu possa chiedere in cambio.

4 comments:

  1. Tutti i giorni facciamo esperimenti. Questo credo. E poi vediamo che risultato ne viene fuori. E se non va bene, riproviamo e riprendiamo le misure, cercando di dosare bene gli ingredienti per non fare esplodere tutto. Poi qualche volta qualcosa esplode. E allora si ricomincia. E' così. una continua ripartenza. A volte l'arrivo è indolore, a volte è faticoso e articolato. Anche io sono affetta dall'amnesia di quello che ero ed eravamo prima dell'ometto e la besolina. Una bella amnesia!

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  2. bellissimo bellissimo bellissimo post.
    Auguri a voi genitori. E Buon compleanno a Verdun!!!

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  3. ...mamma che brividi questo post!
    lo leggo solo adesso. innanzi tutto auguroni per questo vostro anniversario, giorno importante in cui avete deciso di vivere quest'avventura assieme.
    poi le tue considerazioni sono stupende, soprattutto quelle sull'affettività. il bisogno che hanno i bambini di vivere nell'affetto (anche tra i genitori e questo spesso si dimentica ma tu ce l'hai ricordato), e il desiderio di trasmettergli un modello affettivo e valoriale. meraviglioso!
    che fortunati che sono i SB con dei genitori cosí speciali!

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  4. Bellissima riflessione. Da leggere e rileggere.

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