Su una mensola nella mia excamera c'è anche lo zio Sam, mascotte di Los Angeles '84 - un pappagallo con la tuba, colorato very bright, disegnato dalla Disney, piuttosto indicativo dell'ottimismo e della non reticenza ad ostentare caratteristica di quegli anni, e di quelle terre. Allo zio Sam è anche legato uno dei miei primissimi ricordi: sono con mia madre e mio padre sulla 500 blu, siamo andate a prenderlo a caselle al ritorno dagli Stati Uniti con la squadra dell'atletica, e mio padre tira fuori il mio regalo, il pappagallo appunto; mia madre ha una pancia enorme, sono i miei ultimi giorni da figlia unica.
Qui si conclude il mio sapere in materia di mascotte olimpiche, perchè quando mia madre è rimasta incinta per la terza volta l'atletica è stata messa da parte e mio padre ha dovuto convergere verso sport che probabilmente lo entusiasmavano meno ma garantivano un po' piu di sicurezza economica a una famiglia ormai discretamente numerosa - stile Homer Simpson che rinuncia a lavorare al bowling quando nasce Maggie - una puntata commovente, a modo suo.
Comunque: erano mascottes carine, senza grosse pretese, pensate per creare un po' di marketing, rappresentare la nazione ospitante, fare tenerezza e magari coinvolgere i bambini. Bon.
Ma veniamo ai giorni nostri: hanno presentato pochi giorni fa le mascottes di London 2012, Wenlock and Mandeville. Les voilà:
"Allora, mio caro muono-occhio: su quale misero, insignificante pianetucolo mia creatura scatenerà sua ira?"
Agghiaccianti. Due polifemi. A parte far paura ai bambini, cosa rappresentano questi due? Londra, con tutte le sue contraddizioni, è un posto assolutamenete unico, nessuno ha pensato di renderle vagamente rilevanti al loco?
Mah. Pare che W&M siano stati commissionati a un'equipe di esperti, e che nessuno abbia osato fargli notare che erano dei mostri.
Stolti. Avrebbero dovuto prendere esempio dalla mia direttrice che l' anno scorso, quando si trattava di rifare il logo della scuola, ha aperto il concorso a tutti, ha finto di valutare tutte le oscenità proposte dai bambini e alla fine il logo l' ha disegnato lei con la mano sinistra. E vissero tutti felici e contenti.
Chiaramente, esistono problemi maggiori. Ma vivendo all' ombra della BT tower, su cui scorre imperterrito il countdown all'inizio delle olimpiadi, si finisce per sentirsi vagamente coinvolti, così volevo esprimere la mia disapprovazione. Non ci siamo: persino il Ciao di Italia'90 era più simpatico...