29.1.12

There were three in the bed
















So, how's life in five?


Per il momento, non troppo diversa dalla vita in quattro.


P'tit Loup mangia, con la fame da lupo che l'ha caratterizzato fin dal primo quarto d'ora di vita, dorme, e consuma pannolini a un ritmo impressionante. Di giorno è contento di stare koalizzato nel babybjorn; ogni tanto apre mezzo occhio per controllare chi è in giro. Tollera rumori assordanti, urla dei fratelli, passeggiate nella neve, pasti e naps a cadenze molto poco regolari senza battere ciglio. A volte addirittura abbozza un sorriso, anche se, come gli ha fatto notare Verdun, "Sei sorridendo o sei sbadigliando? Scusa, non si capisce!". Le notti sono un po' meno idilliache: d'altra parte, è l'unico momento in cui possiamo dedicarci esclusivamente a lui - clever boy.
Btw, ancora una volta i miei geni si sono distratti durante il crossing over e la creatura assomiglia praticamente solo al padre; sconosciuti mi fermano per strada e mi chiedono "He looks like dad, right?". Ma ce l' avete un cuore?


Anyway.

Big Brother and Big Sister sono in forma.
Pierrot, con consueto tempismo, sta attraversando una crisi d'identità, una mezza anticipazione dell' adolescenza: un momento vuole essere cullato in braccio, subito dopo ringhia "Io big boy!" e si lancia dal divano. Gli cambia addirittura la voce, una roba abbastanza impressionante.
E' stato beccato vicino alla culla mentre, dall'alto dello sgabellino per lavare le mani che aveva trascinato fin lì, spiegava al fratello: "Hi. I'm big brother. I'm the boss!". Al povero P'tit Loup, ogni volta che sente la voce del fratello, si dilatano le pupille dal terrore. Una relazione su cui lavorare, diciamo.
Per Verdun è più facile. Lo tiene in braccio, lo coccola, lo fa giocare anche a lungo, gli parla molto ("Don't cry. Quando tu piangi you sound a bit like a zebra"). Un bambolotto appena più interattivo degli altri, per ora.


Io e H siamo ripiombati nella condizione di babysitter coinquilini: tutto sommato, direi che palleggiamo pargoli e impegni varii con discreta destrezza. Siamo anche riusciti a infilare tre seggiolini nel retro della Prius, e il pensiero di non dover cambiare macchina solleva parecchio il morale. Insomma, per dirla alla Forrest, siamo un po' stanchini. Piuttosto allegri, però.

16.1.12

I had a nightmare

Martin Luther King Day: ricorrenza comprensibilmente molto sentita negli States, festa nazionale, scuole, uffici e lab chiusi. Il dispay della library espone tanti libri a tema: con i SB ne sfogliamo qualcuno, guardiamo foto e disegni, cerco di spiegare cosa si festeggia, ma è tutto ancora un po' troppo difficile.
Portiamo comunque a casa qualche pagina da colorare, tra cui appunto un primo piano di MLK.
Verdun traffica con i suoi colori mentre metto inisieme un pranzo e poi mi presenta l'opera compiuta. Agghiacciante.


"Ma...la pelle fucsia? Non ti ricordi le foto? Martin Luther King era nero...
"No. That's pink. Tutti hanno la pelle pink."
"Ma cosa dici? E la tua amica Zoe? E Leila?"
"Mmmm.."
Manco l'avessimo cresciuta sull'alpe svizzera.

"E capelli non erano biondi, ma neri."
"No. Biondi sono più belli. Biondi, come le mie amiche Claire e Claudia."

Possiamo solo sperare che sia un caso di Mary-mary-quite-contrary. Il povero MLK si starà rivoltando nella tomba.

11.1.12

On ice

Weekend all'ice rink, girls only. Verdun inizialmente timorosa, dopo cinque minuti non abbastanza. Mi ha comunque tenuta per mano tutto il tempo, evento ormai rarissimo al di fuori della pista del ghiaccio. Io ho fatto del mio meglio per nascondere la mia innata maldestrezza, cercando invece di apparire serena, equilibrata e in controllo, e persino credibile.
Il che riassume un po' la situazione generale del momento: mi sorge a volte il dubbio di stare cercando di juggling troppe cose, ma lo ignoro. Non ho ancora capito bene quale sia la routine che mi dovrebbe permettere di assolvere i miei tasks minimi di mamma (con Verdun che vuole assolutamente che le insegni a leggere, chiaramente stufa marcia di aspettare che qualcuno legga per lei; Pierrot, che tra un po' si spannolina da solo perchè vuole mettere le mutande di thomas the engine come l' amico M.; e P'tit Loup genericamente impegnato a superare le innumerevoli milestones del primo anno di vita), moglie (davvero H, non ci ho messo una pietra sopra, I' m trying to fit in that too), portare avanti la ricerca per il dottorato, ritrovare una forma fisica meno spenta, mantenere la casa sopra la soglia della decenza, rispondere al telefono ai miei genitori, occasionally... long long list.
A pensarci bene, mi vengono dei mezzi attacchi di panico. A pensarci meglio, non cambierei una virgola.